lunedì 3 novembre 2014

Lucca Comics - considerazioni personali - Parte 1




Sono molte le cose che non ho mai fatto e che mi dico sempre che un giorno dovrei fare. Una di queste cose era il Lucca Comics
Dopo un'organizzazione minima fatta in fretta e furia le ultime due settimane, siamo riusciti a trovare posto in un B&B in provincia di Pisa, a una mezz'oretta da Lucca. Questo non sarebbe stato possibile se non fosse per una nostra amica, che conosce da anni questo B&B (e per questo resterà segretissimo) e ci è riuscita a trovare un buco all'ultimo momento. E' possibile che un giorno questa nostra amica diventerà santa, protettrice dei nerd ritardatari.
Siccome non ho mantenuto la promessa di scrivere un post alla settimana a causa proprio di questo evento, ho deciso di infliggermi questa punizione descrivendovi la mia esperienza al Lucca Comics 2014

Vi scrivo prima le conclusioni, fresche fresche:

- Ho scoperto che i nerd sono tutti bravi ragazzi, ma tanto bravi ragazzi che il bullo che è in me vorrebbe prenderli a pugni.
- Ho scoperto che ti regalano la Red Bull per drogarti abbastanza da farti esaltare per quello che vedi e renderti l'esperienza più fica possibile e per farti comprare un sacco di roba dagli stand.
- Ho scoperto che siccome non ho mai accettato una Red Bull gratis, perché sono una brava ragazza e certe cose non le faccio, non sono stata per nulla esaltata dal Lucca Comics.
- Ho scoperto che non sono rimasta esaltata dal Lucca Comics sia perché non mi sono imbottita di Red Bull, sia perché in effetti credo di essermi persa buona parte dei Cosplay migliori e di aver subito molto il prezzo molto alto dei biglietti, coniugato con il fatto che non ho potuto vedere quasi niente perché c'era talmente tanta gente da non farti avvicinare agli stand, o da farti perdere ogni speranza di entrare nelle aree a pagamento con tutti gli organi al loro posto.
- Ho scoperto che gli altri anni la fiera era meno dispersiva. In effetti ho trovato veramente stancante girarmi l'intera città per trovare gli stand che mi interessavano.
- Facendomi qualche conto ho scoperto che la città di Lucca, teoricamente, si deve alzare un botto di soldi. Per esempio, immagino che gli stand piazzati in giro paghino un affitto per essere lì, sommati ai soldi spesi dai visitatori per i biglietti, alle multe per le centinaia di migliaia di auto fermate fuori dalle strisce o in divieto di sosta, sommato al fatto che questa gente dovrà pur andare in bagno, bere caffè, bere acqua, mangiare ecc... insomma, Lucca è una città ricca.
- Ho scoperto che mi divertivo di più a cercare i cosplay brutti piuttosto che quelli belli, e ho iniziato a fotografarli e a postarli su FB con enorme cattiveria e compiacimento, sempre perché amo il mio prossimo.
- Ho studiato attentamente i cosplay e ho scoperto che ce ne sono di vari tipi:

1) il cosplayer convinto: quello che magari si è fatto un costume con impegno e spendendoci tempo e soldi, e adesso si sente tanto soddisfatto da mettersi pure in posa quando fa le foto, senza rendersi conto che è, in effetti, un gioco e non un lavoro.

2) Il cosplayer zoccola: Quella che è davvero convinta di essere una bella ragazza, e il 30% delle volte è pure vero, quindi sceglie di vestirsi da zoccola facendosi ammirare da una serie di maschi grassi e bavosi che non sanno parlare, o facendosi odiare da un sacco di femmine grasse e bavose che non sanno parlare.

3) il cosplayer zoccolo: basta che sono magri e si mettono con il torso da fuori, magari ficcandosi in un costume da Conan il Barbaro, quando sembrano appena usciti dalla sagra dell'ossobuco e dell'osteoporosi.

4) il cosplayer appassionato: di solito non lo si guarda in faccia, perché è nascosto da chili e chili di gommapiuma, perché a loro non importa di mettersi in mostra in quanto fichi, ma importa di essere fichi in quanto coraggiosi talmente tanto da rischiare di morire soffocati pur di mettersi un costume da mordicchio.

5) il cosplayer autoironico: essere un rude omaccione appassionato di metal in calzamaglia e minigonna ti rende una persona migliore. Evviva le guerriere Sailor barbute.

6) il cosplayer che non sapeva cosa fare: si schiaffa una mutanda in testa e ti dice che è il cosplay del suo amico che non esce più con lui perché si è messo co una.

7) il cosplayer di carnevale: è la razza più infima, quel genere di persona che ricicla il vestito di carnevale da arlecchino e dice che è un cosplay di arlecchino. Da tirargli dietro la cacca.

Ed ecco il resoconto dettagliato del mio:

PRIMO GIORNO

In macchina abbiamo ascoltato per molto tempo, oserei dire per troppo tempo, gli Squallor. In particolare questa canzone. E ho detto tutto.
Siamo arrivati a Lucca alle 16.30, abbiamo trovato posto alle 17, circa. Siccome gli dei dell'Olimpo ci amano, siamo riusciti a trovare posto in Piazza Aldo Moro, sulle strisce bianche. 
In realtà Marco aveva lasciato la macchina in un vialetto nascosto in un posto auto che in realtà non era un posto auto, ma una trappola per napoletani sprovveduti, che cercano di non passare per napoletani, ma alla fine sempre quello sono, non ci possono fare niente.
Passando per la piazzetta, poi, abbiamo trovato un buco per il parcheggio e io mi ci sono tuffata manco fossi un pulmino, mentre Marco faceva questa tamarrata di andare a prendere la macchina e darci un'apparenza più legale (sempre perché noi sappiamo le buone maniere). 
E' passata una vecchia in auto grigia che mi ha chiesto se il posto dove io sostavo illegalmente, priva di autoveicolo, fosse libero e io, con una faccia da angelo, le ho risposto "eh, si, sto aspettando...", quindi la vecchia è andava via portandosi dietro i miei sensi di colpa, e probabilmente tirandomi dietro maledizioni di ogni tipo. Ricordatevi di questo episodio perché, successivamente, vi godrete la punizione del Karma per le nostre cattive azioni.
Da piazza Aldo Moro non sono riuscita a convincere Marco che avevo ragione io ad andare a destra, quindi siamo andati a sinistra e abbiamo camminato non so quanto.
Poi c'è un buco temporale nel quale non ricordo niente, e d'improvviso mi ritrovo davanti all'area Games. Dico "Marco, questa è l'area Games" ma lui mi ignora. Ci facciamo il giro attorno alle mura, all'esterno, incontrando una serie di gente vestita nella maniera più svariata possibile, senza incontrare nemmeno un cosplay fatto bene.
Arriviamo a una delle biglietterie. Chiediamo entrambi biglietti per tutti e tre i giorni, con arroganza, perché era il nostro primo Lucca Comics, perché siamo pazzi, e perché volevamo fare le cose bene organizzate e con calma (ingenui!).
Quando prendiamo i biglietti scopriamo con sgomento che NON si paga con la carta, ma solo in contanti. Mi chiedo per quale cazzo di motivo funzioni così, siccome al TG rompono le scatole dalla mattina alla sera dicendo che adesso il governo farà in modo che anche le spese di pochi euro siano fatte con il POS, ma vabbè, caco questi 70 euro dal mio portafogli previdentemente riempito da mia mamma (che solo un terno al lotto non indovina), che ha rotto l'anima per far sì che io mi portassi un botto di contanti "perché nun se po mai sapè". Deduco che il problema del Pos possa dipendere dal fatto che fosse necessaria una connessione a internet, che in un prefabbricato come quello era infattibile, o qualcosa del genere, oppure che dipendesse dalla loro immane stronzaggine. In entrambi i casi, meno male che avevo i soldi con me, altrimenti avrei dovuto percorrere mezzo paese alla ricerca disperata di un bancomat, perdendo tempo, e invalidando completamente l'utilità del biglietto del primo giorno.
Chiedo alla signorina dei biglietti, gentilmente, se hanno dei programmi e delle mappe stampate, e la gentilissima signorina  mi risponde di no, che devo chiedere agli stand poco distanti. Credo di averle anche sentito dire "fottiti stronza", ma Marco sostiene che io me lo sia inventato.
Vado a uno di questi stand dove elargiscono bevande iper caloriche con alto contenuto di caffenia con l'evidente volontà di drogarti in modo da farti entrare negli stand  per spendere quanti più soldi possibile, preso dall'esaltazione e dalla tachicardia.
Chiedo cartina e programma e cercano di darmi red bull. Dopo la terza volta che rifiuto la red bull la tipa mi dice che le cartine sono finite e devo chiedere più avanti.  Poi Marco fa la mia stessa domanda al tipo AFFIANCO alla signorina con cui parlavo io e gli vengono immediatamente lanciati in faccia tre cartine e 12 programmi. Senza Red bull. 
A quel punto ho capito che, per motivi a me ignoti, la tipa che avevo di fronte mi stava mentendo, e Marco è riuscito a trattenermi dallo strapparle la faccia, e a convincermi che non mi aveva chiamata stronza. 
Dunque, con un bruttissimo presentimento nel cuore e una grande voglia di picchiare qualsiasi essere mi si piantava davanti, abbiamo iniziato il nostro tour della fiera.
Ci siamo diretti senza ulteriori indugi verso lo stand Bao, siccome c'erano come ospiti Vaughan e Staples, sceneggiatore uno, disegnatrice l'altra, di Saga, una delle serie a fumetti più belle di tutti i tempi. Marco sembrava un bambino preoccupato che chiudessero le giostre, e in effetti le giostre non è che fossero proprio disponibilissime. 
Nel capannone infernale in piazza Napoleone in cui c'era pure la Bao, c'era un inferno di gente, e quando arriviamo lì vediamo i nostri beniamini che firmano autografi e la Staples che disegna. Chiediamo al tipo cui i due autori erano affidati in che modo avremmo potuto avere uno sketch e un autografo (siccome sul sito non era scritto manco il cazzo), e con molta gentilezza questo tipo ci ha detto che per avere lo sketch della Staples saremmo dovuti tornare l'indomani, di mattina presto. Molto presto. Ci ha detto che in pratica accettavano i primi 20 prenotati e amen, quindi il giorno dopo saremmo dovuti arrivare prestissimo e ci ha pure detto "Lo stand apre alle 9, ma stamattina già dalle 7 c'era la fila, quindi dovete venire presto".
Per farvi capire che dovevamo arrivare presto, ho scritto presto talmente tante volte che immagino voi stiate pensando che o sono pazza, o sono un eiaculatore precoce, e io stessa non so darvi una risposta in merito.
Ci facciamo un giro velocissimo per altri stand, andando anche da Bonelli e Panini, e poi ci incontriamo con amici e ci facciamo il giro della fiera.
Si preme per andare alla Villa dei Bottini, dove c'è roba di Assassin's Creed. La troviamo chiusa con un quarto d'ora di anticipo e facciamo in modo che una nostra amica non cerchi di imitare Ezio Auditore, fracassandosi una caviglia nel tentativo di scavalcare il muro. 
Poi, tristi e sconsolati, nel freddo gelido di una Lucca che all'improvviso si ricorda che a novembre è quasi inverno e quindi ti devi fottere, ce ne andiamo a mangiare in un posto dove il cibo rischiava di uscirmi dalle orecchie insieme al vino.
Il posto in questione si chiama Il Valico  che è buonissimo, fanno della carne ottima, il personale è gentile e sia antipasti che primi sono buoni e sani, quindi andateci perché ne vale la pena.
Quando siamo andati a dormire non ricordavo più il mio nome, e quella notte ho fatto strani sogni riguardanti Roberto Recchioni e un nuovissimo modello di Jabbah the Princess. Probabilmente i due sogni erano dovuti al fatto che ho visto vagabondare per Lucca Roberto Recchioni, avevo pensato di fermarlo per gli autografi, ma poi mi sono detta "vabbè, domani", ma la storia ha deciso che così non doveva essere, quindi addio Recchioni. E per la seconda parte del sogno, forse, ho subito un'alienazione mentale dovuta al fatto che la maggior parte delle principesse disney che ho incontrato in giro per la città erano pesantemente in sovrappeso e decisamente convinte di aver fatto un grandissimo cosplay.
Chiudo qui, perché sennò vengo meno alla promessa che i miei post sarebbero stati brevi. Ci sarà almeno una seconda puntata sul Lucca Comics.


[ATTENZIONE: questo post continua qui]

Nessun commento:

Posta un commento