martedì 7 ottobre 2014

The Beginning

Sto da due giorni con questo post in mano e non mi decido a pubblicarlo, perché questo nuovo inizio mi spaventa.
Ho avuto un sacco di blog nella mia vita e buona parte di questi blog li ho tenuti per tenermi in esercizio con la mia vena narrativa. Però questo è diverso, vorrei che fosse più professionale, e questo mi crea ansia da prestazione.
Dunque finalmente lo pubblico perché sennò va a finire che questo blog non aprirà mai ufficialmente.
E amen.

Mi stavo chiedendo che fine fa la letteratura nei tempi dei social network.
C'è crisi nel campo dell'editoria.
C'è chi dà la colpa agli ebook, chi da la colpa al sistema in generale. C'è l'editore che vuole vendere puntando sul soldo sicuro, quindi ripubblicando cose che all'estero hanno avuto successo sperando che abbiano altrettanto successo in Italia; c'è l'editore che vuole che gli paghi le spese di stampa e ti promette di farti guadagnare il 10% del totale sulle vendite; c'è l'editore che pensa che sei bravo solo perché hai qualche politico che ti copre le spalle; C'è l'editore che ti fa pubblicare perché sì, ti pubblica il libro gratis, ma tanto tu non vedi un soldo.
Poi ci sono le svariate realtà di internet, dove ti infili in un sito per pubblicarti autonomamente un libro che non verrà mai stampato, scegliendoti pure un'ipotetica copertina. Fai tutto gratis, magari qualcuno ti legge pure, un paio di persone ti commentano e dicono che devi migliorare, e finisce tutto lì, e magari ti vanti pure che sei uno scrittore.
Però io, per quanto mi piaccia fantasticare, non mi definirò mai scrittore fino a quando qualcuno non mi guarderà in faccia e mi dirà che sono uno scrittore. O una scrittrice. E' solo che scrittrice mi suona male, è un termine che squittisce quando lo si dice ad alta voce. Scrttooooore è altisonante.
Non ho mai abbandonato il mio proposito, la mia vocazione. Voglio scrivere e per farlo ce la metto tutta, e magari devo pure migliorare, fare esperienza eccetera. Fatto sta che, una volta che ho tirato craniate contro i paletti che l'editoria in Italia mette sparsi in giro, ho iniziato a cercare qualche via di fuga che possa salvarmi almeno psicologicamente da questo nulla in cui cercano di affossarmi ogni volta che spero in qualcosa.
Per esempio, parlando in giro con chi è nell'ambiente, mi sono sentita dire più di una volta una serie di luoghi comuni indiscutibilmente reali. In pratica pare che in Italia il fantasy non tira, nessuno te lo pubblica. La fantascienza non ne parliamo proprio.
Dovrei scrivere qualcosa che piace al pubblico, che è nella nostra cultura, nelle nostre corde, tipo i polizieschi, le storie di camorra, le storie nere, e i racconti mielosi di realtà quotidiane di gente banale che magari ha preso qualche malattia o ha perso il posto di lavoro. Roba che non è proprio nelle mie corde, in pratica.
Allora, siccome l'idea dello scrittore creativo e romantico che scrive solo sotto ispirazione è una delle idee che ha rovinato generazioni e generazioni di creativi, ho pensato che sì, io ce la posso fare. Posso scrivere un libro che non è per forza nelle mie corde, perché alla fine è fatica, e non posso avere la puzza sotto al naso, non posso essere troppo choosy.
In questo spazio sfogherò tutta la mia vena critica, e scriverò dei post non troppo lunghi, e per questo torno all'incipit di questo post.
Nell'epoca dei Social Network e della gente che preferisce distrarsi piuttosto che pensare, ho notato una certa tendenza alla disinformazione, da un lato, e alla volontà di intrattenere il pubblico della rete, dall'altro.
Non tratterò la disinformazione, perché è un argomento che mi annoia e non mi va di dire banalità, ma per quanto riguarda l'intrattenimento ho deciso di sperimentare una sorta di romanzo di appendice, i cui capitoli saranno brevi, leggibili magari in un morso di tempo tra un post e un altro.
Vorrei sperimentare generi e tipologie di trame diversi, così come stili diversi, in modo da potermi fare le ossa e crescere, mentre nel frattempo porto a termine lavori che vorrei pubblicare con qualche editore serio.
Per crescere c'è bisogno di confronto, e per questo voglio che la gente commenti e mi dica seriamente in cosa c'è da migliorare.
Questo era il mio primo post, e volevo spiegare brevemente le mie intenzioni. Poi magari entrerò più nel dettaglio quando pure le mie idee saranno più chiare.
Buona letttura.

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